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venerdì 12 giugno 2015

Nico D’Ascola, responsabile della giustizia del NCD

Il responsabile della giustizia del NCD spiega come all'origine dell'infelice frase del suo collega Azzollini vi siano soltanto motivazioni di natura fisiologica, espone le sue idee circa i tempi della lotta contro la corruzione e rivela come è nato il nome del suo partito.

Intervistatore: Le confesso che all’inizio, quando ho saputo che anche il NCD aveva un responsabile per la giustizia, non volevo crederci. Ma poi, riflettendoci, mi sono reso conto che più di ogni altro ne ha bisogno.
D’Ascola: Immagino alluda alla posizione giudiziaria di alcuni miei colleghi?
I: Beh, alcuni… diciamo una buona metà.
D: Un dato che la dice lunga, penserà.
I: Non vedo cosa altro pensare.
D: No, è così, è un dato significativo, solo che non dimostra quanto lei pensa, bensì soltanto l’insistenza con la quale molte procure da una parte e molti giornali dall’altra si accaniscono contro il nostro partito.
I: Lei dunque esclude che ci sia invece un accanimento a delinquere da parte dei suoi colleghi?
D: Nella maniera più categorica. Io li frequento giornalmente e non ho mai ravvisato il minimo elemento che mi autorizzasse a ipotizzare di trovarmi di fronte a dei delinquenti matricolati. Non dico che sono dei santi, dei santi no, ma nemmeno dei delinquenti matricolati.
I: Ma se il nemico della magistratura era Berlusconi, perché adesso la magistratura dovrebbe accanirsi contro il suo partito, che anzi ha contribuito a metterlo fuori gioco?
D: Questa è l’osservazione che fa chi ragiona col buon senso, infatti noi non ce la prendiamo con la magistratura politicizzata in generale, ma con quella parte della magistratura politicizzata che è anche ingrata e che dopo che abbiamo contribuito a togliere di mezzo Berlusconi, ci ringrazia in questo modo.
I: Tuttavia, bisogna anche dire che è un po’ difficile far passare da perseguitati i membri del vostro partito coinvolti nelle ultime inchieste giudiziarie.
D: Lei dice?
I: Dico sì. Azzollini non risponde molto al profilo del martire, senza contare la frase poco edificante che gli viene attribuita.
D: No, questa frase è frutto di un grande equivoco e posso chiarirne il significato anch’io. Azzollini, poverino, soffre di prostata e quindi finisce con l’usare il verbo in questione in maniera impropria, senza nemmeno rendersene conto.
I: A suo giudizio, è più probabile che Alfano ritorni in Forza Italia o che confluisca nel PD?
D: Secondo me, tornare in Forza Italia sarebbe un andare controcorrente, cosa più sconsigliabile di tutte per un politico, e oltretutto si rischierebbe di non trovare nessuno. Premesso che bisogna mantenere salde le nostre convinzioni e la nostra identità, se fossi al posto di Alfano, presenterei se non una richiesta di adesione, almeno una richiesta di asilo nel PD.
I: Un ministro dell’interno richiedente asilo, interessante… crede che gli verrebbe accordato?
D: Senza ombra di dubbio. Se Renzi è disposto a caricarsi Bondi e Verdini, non vedo perché non dovrebbe prendere anche Alfano.

I: Cosa ne pensa della legge anticorruzione?
D: Io penso che le buone leggi ci sono già, comprese quelle per sconfiggere la corruzione.
I: E allora perché non si sconfigge?
D: Perché per sconfiggere la corruzione non bastano le leggi, ci vuole l’educazione. Tocca alla scuola individuare e affrontare il problema.
I: Pure la lotta alla corruzione vogliamo affibbiare alla scuola?
D: Sì, nel senso di educare i giovani a una cultura della legalità.
I: Non le sembra in questo modo di prendere il problema un po’ troppo alla lontana?
D: Le cose fatte bene richiedono il loro tempo, non serve a nulla affrettarsi.
I: Quindi per questa generazione ci possiamo rassegnare?
D: Sì, se vogliamo fare le cose come si deve, sì, ci conviene rassegnarci.
I: E la stampa? Per quale motivo dovrebbe avercela con voi?
D: Forse le sembrerà una motivazione non molto originale, ma qui entrano in scena i poteri forti.
I: Beh, molto originale non è. Ma, mi dica una cosa, perché questi poteri forti dovrebbero inimicarsi proprio chi è al governo?
D: Forse le sembrerà un po’ strano, ma secondo me perché sono capricciosi, e non c’è mai un governo che gli vada bene.
I: Un’ultima curiosità, ma lei sa perché il suo partito l’hanno chiamato nuovo?
D: Per un motivo diciamo così pratico. Molti finanziatori avrebbero potuto dire noi abbiamo già pagato il centrodestra. In questo modo, invece, possiamo mettere i puntini sulle i e sgombrare il campo da ogni equivoco. Avete pagato il vecchio centrodestra, possiamo dire, noi siamo il nuovo.
I: E cos’ha pensato quando Alfano ha parlato del suo come il partito degli onesti?
D: Beh, cosa vuole che abbia pensato, Alfano è un ragazzo intelligente, e come tutti i ragazzi intelligenti ha il senso dello humour.

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