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venerdì 6 novembre 2015

Gianluca Buonanno, leghista doc

Buonanno parla della sua vocazione politica, di come valuta i commenti che lo riguardano, di altre iniziative che ha in programma per il futuro e di un singolare premio ricevuto il primo di aprile.

Intervistatore: Penso che la domanda che la stragrande maggioranza degli italiani si pone sia molto semplice: in che modo uno come lei diventa sindaco e parlamentare?
Buonanno: Se è per questo se la pongono anche allestero. Modestamente mi sono fatto una reputazione anche fuori dai confini nazionali.
I: A maggior ragione, dunque, cosa risponde?
B: Le diròè tutta questione di vocazione.
I: Che tipo di vocazione?
B: Quella di mettersi in mostra.
I: Una specie di esibizionismo, dunque?
B: No, una specie, proprio esibizionismo. Io fondamentalmente sono questo: un esibizionista.
I: Come ha iniziato il suo impegno politico?
B: Be, il mio impegno, anche se veramente non lo chiamerei così, visto che non mi impegna molto e anzi mi evita pure di lavorare, lho cominciato come tutti i dilettanti del settore, andando nei parchi con limpermeabile, per intenderci, finché un giorno ho capito che questa mia inclinazione era uninclinazione politica.
I: Ci vuole spiegare com’è successo?
B: Molto volentieri. È stato a un comizio di Bossi. A un certo punto ha detto noi ce labbiamo duro. Lha ripetuto altre due volte e alla terza mi si è accesa una lampadina nella mente. Ho capito di essere un leghista e che la mia era una vocazione politica.
I: E dopo?
B: Dopo mi sono iscritto, candidato, in sostanza ho smesso di frequentare i parchi e ho cominciato a esibirmi sui palchi ah, ah bella questa, le è piaciuta?
I: Mah Comunque, una carriera strepitosa. Quali sono i suoi studi?
B: Nella Lega, lo saprà, lo studio ha unimportanza molto relativa. Non ho capito per esempio per quale motivo il Trota si sia andato a comprare una laurea quando aveva già tutti i requisiti necessari per essere il leader della Lega. Comunque, ho frequentato un po la scuola superiore, ma soprattutto per dire stronzate. I miei risultati erano tuttaltro che eccellenti, ma tra i miei compagni godevo di una certa notorietà. Si figuri che una volta, il primo di aprile, mi hanno fatto uno scherzo. Mi hanno inviato un telegramma firmato ASI, Associazioni Stronzi Italiani, col quale mi si comunicava che mi era stato assegnato il premio stronzo dellanno.
I: E come è finita?
B: Be, allinizio ci avevo pure creduto, tanto che sono andato in giro a mostrarlo a tutti, finché un vicino mi ha detto: bravo, continua così, che il prossimo anno ti danno pure quello di idiota dellanno.
I: Quindi diciamo che è più un autodidatta?
B: Autoche?
I: Voglio dire che ha studiato poi per conto suo?
B: No, non studiavo a scuola, figuriamoci se mi mettevo a studiare fuori dalla scuola. Detto tra noi, io non ho la più pallida idea di come sia fatto un libro. Ma per quello che devo fare e devo dire non ho avuto mai la necessità di saperlo.
I: Immagino, ma mi tolga una curiosità, qual è il senso di quella sua foto seduto sul water?
B: Il senso è quello di finire sui giornali. Quale altro senso dovrebbe esserci?



I: La maggior parte dei commenti però in questi casi è tuttaltro che lusinghiera. Cosa pensa poi quando li legge?
B: Guardi, io il 90 percento non li capisco proprio.
I: Nel senso che non ne coglie le ragioni?
B: No, nel senso che proprio non ne afferro il significato. In fondo, io ho solo un diploma, preso, detto tra noi, per grazia ricevuta, proprio perché i professori bontà loro lo davano a cani e porci, e la comprensione dei testi non è stata mai il mio forte. Vedo le foto e capisco che parlano di me. Quindi, più foto vedo in giro, più sono soddisfatto.
I: Anche se parlano male quindi per lei è stessa cosa?
B: Assolutamente, male o bene, basta che parlano. E anche se parlano male, come diceva Bossi, molti nemici molto onore.
I: Veramente era Mussolini.
B: Vabbe, sempre una personalità importante.
I: La sua ultima sparata, mi pare appropriato definirla cosìè quella di un bonus da 250 euro per lacquisto di una pistola.
B: No, quella era una cosa buttata là, io non sono un giustiziere della notte, e nemmeno un giustiziere del giorno, non ho nemmeno il porto darmi. Se dovessi colpire qualcuno a un metro da me, è più facile che mi sparerei sul piede.
I: Una boutade, dunque?
B: Non ho capito.
I: Una battuta per raccogliere qualche consenso?
B: Sì, come si dice, armiamoci e partite.
I: Capisco. Unultima domanda. Ha in mente qualche altra iniziativa per mantenere concentrata lattenzione su di lei?
B: Guardi, io ci lavoro notte e giorno cercando di inventarmi qualcosa. Non è facile trovare qualcosa di eclatante. Unidea che ho da un po di tempo è quella di andare a fare un bisogno nellufficio di Junkers, intendo proprio sulla moquette del suo ufficio, non nel bagno.
I: Ah, interessante.
B: Ma secondo lei è abbastanza eclatante farla sotto la scrivania o è meglio sopra?
I: No, penso che sotto sia già molto eclatante.
B: Bene, bene, allora lavorerò in questa direzione, grazie.



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