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martedì 3 febbraio 2015

Il ministro Martina

Il ministro Martina parla del sito verybello.it e delle innumerevoli questioni sorte intorno a esso.

Intervistatore: Partiamo ovviamente dal nome, verybello. Molti saranno curiosi di sapere a chi si deve l’idea.
Martina: Detto così sembrerebbe che il nome sia venuto a qualcuno in pizzeria davanti a una birra…
I: Invece no?
M: Certo che no, la scelta del nome è stato il frutto di un lavoro di squadra. Un brain trust, da noi nominato, ci ha lavorato per quasi un mese. Ha selezionato trenta nomi che sono stati sottoposti a un pubblico campione per ottenere alla fine una terna di possibilità tra le quali io e Franceschini abbiamo scelto.
I: Quali erano le altre due opzioni, per curiosità?
M: Verymoltobello e verybellissimo. Non so cosa ne pensi, ma io credo che abbiamo fatto la scelta migliore.
I: Sì, tra la terna proposta, sicuramente sì. Anche la grafica ha sollevato qualche perplessità. Cosa ne dice?
M: Guardi, il nostro è un progetto in divenire e quindi perfettibile. Quando ci hanno fatto notare che mancava la Sicilia, abbiamo provveduto immediatamente a rimetterla al suo posto. Anzi, colgo l’occasione per invitare tutti coloro che avessero altre osservazioni da fare di non esitare a contattarci.
I: Lei ha affermato che questo sito sarà il volano per tutto il paese.
M: Veramente mi pare di avere usato il condizionale.
I: No, no, ha proprio usato l’indicativo.
M: Comunque sia, diciamo subito che volano è una bella parola. Su questo non ci piove. In un discorso politico come si deve non può mancare. Trasmette proprio l’idea che non stai con le mani in mano, che sei entrato in azioni. Inoltre è ottima per farci un titolo o un messaggio twitter.
I: D’accordo, ma in pratica, oltre che per l’azienda che fa fatto il sito, per la quale sarà sicuramente un ottimo volano, chi pensa che ne trarrà benefici?
M: Guardi, io aspetterei prima di sbilanciarmi. È comunque fuor di dubbio che l’Expo porterà decine di migliaia di visitatori, molti dei quali desiderosi di conoscere il nostro paese. E l’obiettivo del sito è proprio quello di prenderli, voglio dire, di portarli in giro per il paese.


I: Rimane adesso aperta la questione delle traduzioni. Inizialmente sembrava che ci dovessero essere delle versioni in inglese, tedesco, spagnolo, cinese, poi qualcuno ha detto che ci sarà solo una versione in inglese. Qual è la verità?
M: Ci saranno sicuramente delle traduzioni per le lingue principali, anche se io non sono molto propenso a farne molte, sia perché un po’ di inglese bene o male lo masticano tutti, sia perché in una manifestazione come l’Expo non possiamo permetterci di commettere gli errori del passato...
I: Quali errori, scusi?
M: Gli errori di traduzione, voglio dire. Lei sa che c’è gente che ancora sta ridendo per le traduzioni di Italia.it?
I: Ridono perché non sanno forse quanto è costato. Anche nel sito ufficiale di Expo, mi è parso di capire, non tutte le traduzioni sono nel pieno rispetto della logica.
M: Sì, c’è qualche frase che non torna del tutto.
I: Quindi, per mettere fine a questa tradizione, che dai “minister of atmosfhere” e “lady Joy Moratti” arriva fino a Italia.it, lei dice in sostanza meno si fa e meno si sbaglia.
M: Io non volevo dirlo in maniera così brutale, ma ha capito bene.
I: Mi permetta adesso di esprimerle la cosa che mi ha sorpreso più di tutte. Sono andato a vedere le keywords del sito. Le dico quali sono: verybello, very, bello, bellezza, italia, expo, expo2015.
M: Sì...
I: Cosa c’entra secondo lei la parola very con l’expo? Perché mai uno che vuole avere notizie su cosa fare durante il suo soggiorno in Italia dovrebbe digitare la parola very su un motore di ricerca?
M: Io di internet non so molto, se mi passa una metafora agricola, non è il mio campo. Però per l’idea che me ne sono fatto, se lì dentro si trova tutto vuol dire che alla fine tutto si collega.
I: Fino a un certo punto. È vero che tutto si collega, ma ci vogliono anche i collegamenti giusti. Prenda le parole bello e bellezza. Se lei cerca un posto dove andare nel week-end, digiterà parole tipo sagre, eventi, mostre, ecc., non certo bello o bellezza. Non crede?
M: Ora, la prego, non mi faccia domande difficili. Tra l’altro, lavoro così tanto da quando sono ministro che il week-end me ne sto a casa e non cerco proprio niente.
I: Sì, ma appunto in quanto ministro della Repubblica, qualche risposta più precisa forse dovrebbe darla.
M: Infatti cerco sempre di rispondere, anche quando non so che dire. Ma in materia di internet, gliel’ho già detto, ho le idee molto vaghe. Essere ministro non significa poter rispondere su tutto. Ma a differenza di altri, se mi passa una battuta, una cosa di me non si può dire.
I: Prego.
M: “Braccia rubate all’agricoltura”, perché sono consapevole dei miei limiti. Ho fatto l’istituto agrario e proprio di agricoltura mi occupo.

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Fausto Bertinotti

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