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lunedì 23 febbraio 2015

Taverna, film-maker di belle speranze

La senatrice Taverna risponde sul suo video antieuro, sull’Europa e sull’essere oltre.

Intervistatore: La cosa che più mi ha colpito nel suo video, glielo confesso, è che lei conosca Walt Withman.
Taverna: Walt chi?
I: L’autore del libro che il protagonista dona alla sua fidanzata mentre sono al bar.
T: No, veramente di questo non sono al corrente, non mi sono occupata dei dettagli tecnici, ma solo dell’impostazione generale.
I: Ah, ecco. Alla luce delle reazioni che il suo spot ha provocato, non le sembra che si possa prendere a emblema della vostra incapacità di farvi capire?
T: No, per niente. Non siamo noi che non ci facciamo capire, è la gente che non capisce.
I: Questo però è un bel problema, che del resto già altre forze politiche si sono trovate ad affrontare. Come farete allora, voi del M5S, a ottenere i consensi di queste persone? 
T: La gente deve sforzarsi di più, deve cercare di capire. Non c’è altra soluzione.
I: Ammetterà comunque che in due minuti e mezzo di filmato siete riusciti a infilare un numero non indifferente di gaffe?
T: Se si riferisce alla colonna sonora, le dico che a me non piaceva nemmeno. Personalmente avrei preferito qualcosa di più orecchiabile, tipo “mille lire al mese”, ma secondo gli altri poteva generare qualche equivoco.
I: Non solo la colonna sonora. Il cameriere che non rilascia la ricevuta fiscale, di questi tempi specialmente, è sembrato uno spot a favore dell’evasione fiscale.
T: A questo veramente nessuno ci aveva pensato.
I: E anche la regia non è sembrata il massimo. Con l’inquadratura di quegli stivali che sembra il prologo di una scena horror e... se mi passa la battuta, effettivamente lo è.
T: La battuta non mi fa ridere. Quanto al regista, non è un professionista, di lavoro fa il meccanico e non ci è costato nulla.
I: Veniamo un po’ alla sostanza della questione. A molti è sembrato di essersi persi qualche passaggio. Fino alle elezioni europee il M5S non era né a favore né contro l’euro. Quand’è che è diventato antieuro?
T: Io non sto col taccuino in mano ad annotare l’evoluzione della nostra linea politica e non sono in contatto con lo staff. Ma a un certo punto il dibattito all’interno del Movimento ha mostrato che il sentimento prelavente tra noi era quello di uscire dall’euro.
I: Beh, allora il passaggio che ci siamo persi è proprio questo dibattito. Ai più è sembrato che non ci sia stato alcun dibattito e che piuttosto sia stato Grillo a dettare questa nuova linea dall’oggi al domani.
T: Grillo si limita a dare voce a ciò che avviene nei vari meet-up, non è il vecchio tipo di leader politico ma un megafono.
I: Lasciamo stare la questione del megafono, della quale si è già parlato a sufficienza... Voi non credete solo nella moneta unica o non credete nemmeno nel progetto di un’Europa unita?
T: Il progetto di un’Europa unita, caro il mio intervistatore, non ha futuro. L’Europa, come disse Napoleone, è solo un’entità geografica.
I: Veramente era Metternich, e non si riferiva all’Europa ma all’Italia.
T: E che mi vuole significare? Perché l’ha detto questo signore, non può averlo detto pure Napoleone? Lei per caso ha vissuto in compagnia di Napoleone e ha sentito tutto quello che ha detto nella sua vita?
I: Io non ho vissuto con Napoleone, ma in questo modo si può citare chiunque, tanto tutti hanno detto tutto.
T: Bravo, tutti hanno detto tutto.
I: Ma mi tolga una curiosità. Qual è il suo orientamento politico? Voglio dire, prima di essere per così dire fulminata sulla via di Sant’Ilario, per chi votava?
T: Io ho votato per tutti i partiti, quindi non ero né di destra né di sinistra, ero oltre. Ma non lo sapevo. Solo quando Grillo ha enunciato questo concetto me ne sono resa conto.
I: Un’altra questione sulla quale all’interno del M5S non sembra esserci una perfetta unità d’intenti è l’immigrazione. Qual è la sua posizione al riguardo?
T: Io non sono contraria all’immigrazione in generale, sono contraria all’immigrazione in Italia.
I: E cosa ha pensato allora dei suoi colleghi che avevano proposto la norma sullo jus soli?
T: Che avevano commesso un errore, ma fortunatamente Grillo li ha corretti.
I: Ciò che lei dice però da ragione a coloro che sostengono che nei fatti l’uno vale uno non significa niente.
T: Io non la vedo così.
I: E allora come la vede?
T: C’è uno che sbaglia e uno che corregge, ma sempre di uno si tratta.
I: Vabbe’, ho capito che la sua fedeltà a Grillo è a prova di bomba e quindi non insisto. Ma, volendo essere concreti, quale idea di Italia viene fuori da questa linea politica?
T: Glielo dico subito. Un paese ben recintato nel quale nessuno possa entrare e nel quale ci sia ricchezza e posto a sufficienza per chi ci abita. Noi vogliamo un’Italia come la villa di Beppe. 

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