Il governatore della Lombardia spiega
come ha speso sei milioni di euro per la sua campagna elettorale, parla poi di
come si ripulisce la reputazione e del cospicuo capitale posseduto dal suo
partito. Infine, illustra le ragioni del suo ottimismo.
Intervistatore: Dopo i vari scandali
che hanno funestato la Lega lei si è presentato sul palco con la ramazza e ha
esibito i diamanti di Belsito.
Maroni: Eh sì, i nostri militanti
avvertivano il bisogno di pulizia. Gli esperti della comunicazione mi avevano
suggerito un gesto forte. Chiacchierando, qualcuno ha detto: qui se non
facciamo qualcosa ci prendono a colpi di ramazza. Ecco, così è nata l’idea di
giocare d’anticipo e portarla noi la ramazza.
I: Eppure i fatti non sono stati in
seguito altrettanto forti. Secondo un’inchiesta pubblicata di recente, per la
campagna elettorale delle ultime elezioni regionali lei avrebbe speso la bella
cifra di sei milioni di euro.
M: Davvero?
I: Eh sì, un giornale ha mostrato la
lista delle spese da lei sostenute, voce per voce.
M: Se il giornale ha presentato una
lista voce per voce, non la metto in discussione. Che posso dirle, la
spiegazione è semplice: i soldi volano via. In una campagna elettorale non ti
puoi mettere certo a lesinare sul centesimo.
I: Lei veramente non ha lesinato
nemmeno sulle migliaia di euro. Non le sembra che sei milioni siano una somma eccessiva
se pensiamo che il suo partito ha licenziato 71 dipendenti per mancanza di risorse?
M: Evitiamo per piacere di mettere
insieme una vicenda dolorosa con una delle più belle pagine scritte dal nostro
partito, la conquista della poltrona di governatore della Lombardia, una di
quelle gioie che non hanno prezzo e che ha regalato ai nostri militanti un’immensa
soddisfazione.
I: Evitiamo di accostarle, ma forse
i 71 licenziati avrebbero preferito mantenere il loro lavoro.
M: Se qualcuno preferiva il posto di
lavoro alla conquista della regione Lombardia, io dico che non si tratta di un
vero leghista, perché significa anteporre i propri interessi a quelli del
partito. La militanza politica comporta dei sacrifici.
I: Più che militare, lavoravano.
M: Certo, ma lavoravano in quanto militanti, e comunque sono
ottimista sul futuro di queste persone.
I: Nel senso che pensa di occuparsi personalmente
della vicenda?
M: No, nel senso che sono sicuro che
troveranno presto una nuova occupazione.
I: Una delle voci che più mi ha
sorpreso nelle spese della sua campagna elettorale riguarda quella per la
reputazione. Lei ha contattato un’agenzia di comunicazione per ripulire la sua
reputazione…
M: La reputazione è come un abito
per un politico. Lei andrebbe a un evento importante con un abito macchiato o spiegazzato,
oppure lo porterebbe prima in lavanderia?
I: Lo porterei in lavanderia, certo,
ma questo vuol dire che non poteva candidarsi a governatore della Lombardia con
la reputazione che aveva?
M: Ora, non dico che l’abito fosse
molto rovinato, però qualche piega poteva esserci. È vero che non molti ci
fanno caso, però ho preferito andare sul sicuro. Fortunatamente esistono
imprese che con una modica spesa ti ripuliscono la reputazione.
I: Beh, non proprio tanto modica….
M: Modica per un partito, voglio
dire..
I: Volendo fare un bilancio della
sua attività di governo. Lei, dopo aver fatto il ministro del lavoro per un’intera
legislatura, ha occupato per due anni la poltrona di ministro degli interni. Come
mai non ha risolto il problema dei clandestini e nemmeno quello dei nomadi, che
secondo il suo nuovo segretario si può addirittura risolvere in sei mesi?
M: Immigrati e rom sono il nostro
capitale, il capitale elettorale, voglio dire, e non ho voluto dilapidarlo,
altrimenti al nuovo segretario non sarebbe rimasto nulla da fare. Mi è sembrato
previdente lasciargli qualcosa su cui lavorare, infatti mi pare che oggi tale
capitale valga più o meno il 15% dei voti. Berlusconi si tiene le tv e noi ci
teniamo gli immigrati.
I: Cosa ne pensa dell’apertura del
suo segretario verso il Sud?
M: Mi sembra una scelta molto
intelligente. All’epoca noi tutti credevamo che il Sud cominciasse a Roma. Solo
in epoca recente abbiamo scoperto che c’era un altro Sud, molto più grande e
pericoloso. Come si ricorderà all’epoca avevamo una nazionale padana, con un
suo commissario tecnico e un dirigente, partecipavamo ai campionati coi baschi
e coi curdi, mentre oggi siamo tifosi sfegatati degli azzurri.
I: Ma non crede che la gente del Sud
possa ricordarsi di tutte le offese che in vent’anni le avete indirizzato?
M: Veramente non credo, si sono
dimenticati così tante cose che dovremmo essere proprio sfortunati se si
ricordassero proprio queste. Penso che la gente presti attenzione a ciò che
diciamo oggi. E comunque si possono prendere sempre delle precauzioni.
I: Ripulire anche la reputazione del
partito?
M: Esattamente. Le agenzie di cui le
ho parlato non si occupano soltanto delle persone, ma anche di partiti e
associazioni. Basterà un’accurata opera di ripulitura del web. Chi sostiene che
Bossi o Salvini abbiano detto forza Vesuvio o forza Etna, penserà di ricordare
male o di confondersi quando vedrà che su internet non risulta niente.
I: E lei pensa che possa funzionare?
M: Si guardi intorno, vede che bel
panorama si gode da questo ufficio? Lei non sarebbe ottimista al mio posto?
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