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sabato 7 febbraio 2015

Davide Casaleggio, figlio d’arte

Casaleggio jr. parla della sua condizione di erede designato, di commercio elettronico e spiega la sua originale teoria delle formiche.

Intervistatore: Lei non è il Trota, è chiaro, eppure quando i giornali parlano di lei il riferimento al Trota c’è sempre. Questo fatto la infastidisce?
Casaleggio jr.: No, perché mai? Come lei ha detto, non sono il Trota. Quanto all’essere figlio del fondatore del M5S, in Italia è la cosa più naturale di questo mondo che il figlio subentri al padre nella sua attività.
I: Lei ha cominciato la sua carriera dedicandosi al commercio elettronico. Ci sono delle affinità tra commercio elettronico e politica?
C: Sicuramente sì. In entrambi i casi si tratta di vendere un prodotto. Nel primo caso si vende un bene materiale, nel secondo uno immateriale. Le faccio un esempio. Si ricorda lo spot di Grillo: Provate a mangiare un altro yogurt adesso?
I: Sì.
C: Andava bene per lo yogurt ed è andato bene anche per le elezioni.
I: Nel suo libro, Tu sei rete, ha formulato la teoria delle formiche. Ce ne vuole parlare?
C:. Certo. Il formicaio è uno dei tanti esempi che la natura ci offre di comunità perfettamente funzionante. Il suo segreto deriva dall’organizzazione e dal rigido rispetto dei ruoli e delle rispettive funzioni. Nella società dobbiamo riprodurre quanto più possibile qualcosa che vi assomigli. Un formicaio a misura d’uomo.
I: A un certo punto lei scrive, cito testualmente, che "non tutte le formiche devono sapere come funziona il formicaio, altrimenti tutte vogliono accaparrarsi i posti migliori".
C: Precisamente. Non è d’accordo?
I: No, al contrario, sono d’accordissimo. Anzi, le dirò di più. Molto spesso alcune formiche sono così brave che indovinano quali sono i posti migliori pur senza sapere come funziona il formicaio.
C: E sono proprio questi i più bravi che possono accedere ai ruoli di comando.
I: Ecco, volevo proprio chiederle se è così che funziona il M5S, ma mi pare che mi abbia già risposto.
C: Infatti.
I: Quindi Di Maio e Fico, che a differenza degli altri occupano ruoli non soggetti a rotazione, sarebbero…
C: Le formiche più sveglie.
I: Ecco, ecco… In questo modo si spiega perché i sondaggi e le votazioni sul blog siano calati dall’alto e su alcune cose si possono fare mentre su altre no.
C: Non potrebbe essere altrimenti. Ma lei ha presente che danni possono combinare le formiche?
I: Certo.

C: E la confusione?
I: Pure.
C: E allora, come si può pensare di dare la possibilità a tutti di fare tutto? Sarebbe da incoscienti. La teoria delle formiche consiste proprio nell’indicare il tracciato esatto entro cui la formica può muoversi. E in questo senso un blog è quanto di meglio sia stato inventato fino a oggi. Se tutti potessero indire sondaggi e votazioni sarebbe la fine.
I: Mi permetta di cambiare argomento. Lei è in teoria l’unico che può conoscere i veri risultati delle votazioni effettuate nel blog…
C: Non solo in teoria.
I: Ah… e non le sembra un po’ anomalo che migliaia di militanti si debbano fidare di lei?
C: Forse quando lei si rivolge al suo medico non si fida di quello che le dice?
I: Mi fido, ma che c’entra, se voglio posso pure rivolgermi a un altro medico.
C: E anche i militanti se vogliono possono andare in un altro partito. Noi vogliamo costruire un modello basato sulla fiducia…
I: Ma, mi scusi, lei si fiderebbe se al suo posto ci fosse un altro?
C: Certamente no. Infatti, non mi ha lasciato finire. Stavo dicendo che noi vogliamo costruire un modello basato sulla fiducia degli elettori nei nostri confronti, non il contrario.
I: Ma mi permetta di farle una domanda particolare, non è mai successo che abbia alterato uno di questi sondaggi?
C: Ma lei lo sa che a 12 anni ero nella top five degli scacchisti italiani?
I: No, veramente non lo sapevo, e mi felicito con lei. Ma che cosa c’entra con la domanda che le ho posto?
C: Significa che se anche fosse accaduto non verrei certo a dirglielo.
I: Un’ultima cosa e poi la lascio libero di ritornare alla sua postazione di comando. E l’“uno vale uno”?
C: Non le piace forse il nostro slogan?
I: No, al contrario, mi piace molto. Ma non lo vedo nella pratica?
C: Perché, lei ha mai visto il milione di posti di lavoro di Berlusconi o la rottamazione di Renzi?
I: No.
C: Ecco, la cosa importante di uno slogan è la sua efficacia, non la visibilità. E noi ne abbiamo trovato uno che non ha nulla da invidiare a quello dei nostri avversari.

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