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sabato 14 marzo 2015

Monsignor Galantino, assoluzione umana e assoluzione divina

Il segretario della CEI parla del processo terreno e di quello celeste in riferimento al caso Berlusconi e dei due tipi di assoluzione.

Intervistatore: Il suo intervento sulla sentenza del processo Ruby ha sorpreso molti per la durezza dei toni.
Galantino: Lei crede?
I: Beh, basta leggere i giornali.
G: Non ho fatto altro che ricordare al signor Berlusconi che ci sono due tipi di assoluzioni. Lui ha beneficiato di quella terrena, ma esiste anche quella della giustizia divina.
I: Perché ha ritenuto opportuno fare tale precisazione?
G: Non so cosa ne pensa lei, ma a me la sua esultanza è sembrata un po’ eccessiva considerato che ha ottenuto soltanto il primo tipo di assoluzione, di gran lunga la meno importante, ed è tutt’altro che scontato che ottenga anche il secondo.
I: Da cosa nasce questo suo pessimismo al riguardo?
G: Da un’elementare constatazione. In un processo terreno, specialmente in Italia, puoi trovare qualche scappatoia. Te la puoi cavare facendo il furbo, oppure puoi giocare a fare la vittima, o puoi anche trovarti un abile avvocato. Nell’altro processo, invece, il discorso cambia. Lì i trucchetti non ti servono a nulla, le norme non cambiano da un anno all’altro e non c’è alcun luminare del diritto in grado di difenderti.
I: Nessuna possibilità, dunque, che l’avvocato Coppi possa intervenire, nell’eventualità dovesse già trovarsi sul posto quando si presenterà l’imputato Berlusconi?
G: No, in quel tribunale ti devi difendere da solo. Lì la giustizia è un po’ diversa da quella cui siamo abituati qui. “La giustizia è uguale per tutti” non è soltanto un motto scritto alle spalle della corte come nei nostri tribunali.

I: Quindi secondo lei ci sarà, per così dire, un Ruby bis anche in Cielo?
G: Mi pare pacifico. Non solo in quell’altro tribunale puoi essere processato per gli stessi reati per cui sei stato processato in terra, ma non si tiene nemmeno conto dell’esito che qui i processi hanno avuto.
I: Sta dicendo che l’esito di questo secondo processo potrà essere diverso da quello terreno?
G: Mi sorprenderebbe molto se fosse lo stesso.
I: Insomma, Berlusconi ha poco di che stare allegro.
G: Pochissimo, e ancor meno di che festeggiare, ché i diavoli che aspettano i condannati dell’altro processo non sono così inoffensivi come quelli della sua squadra…
I: Ah…ah…
G: Credo che quando si troverà di fronte a quell’altro tribunale rimpiangerà anche i magistrati di Milano.
I: Rimpiangere addirittura i giudici comunisti?
G: Proprio così!
I: Né, in caso di condanna, che stando alle sue parole pare assai probabile, può sperare in qualche forma di beneficio.
G: Se allude a case di riposo e cose di questo tipo, là non c’è ne sono. L’unica casa di riposo è quella gestita dagli stessi soggetti cui accennavo prima e l’ultimo loro pensiero è quello di rieducare il condannato.
I: Ma, mi scusi, non dovreste essere, voi rappresentanti della Chiesa, un po’ più misericordiosi?
G: Misericordiosi, bravo, non fessi, e mi pare che qualcuno finisce sempre per confondere le due cose.
I: Eppure mi pare che tra le gerarchie ecclesiastiche non ci sia stata fino a oggi nei confronti di Berlusconi tanta severità, da Fisichella a Bertone, sono stati in molti a mostrare una certa tolleranza verso le sue debolezze, se così vogliamo chiamarle.
G: Per quel che mi costa, non è da escludere che Fisichella e Bertone non possano mantenere un rapporto privilegiato col signor Berlusconi anche nell’aldilà.
I: Nemmeno sui loro futuri processi, dunque, ci metterebbe la mano sul fuoco?
G: No, proprio no, anche perché nei processi dei quali parliamo ci metti l'anima sul fuoco, non la mano.

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