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lunedì 23 maggio 2016

Marchini, il candidato double face

Alfio Marchini parla della sua candidatura a sindaco, del suo curriculum e dà alcuni esempi di ragionamenti politici.

Intervistatore: Cominciamo dalla fine. Aveva fatto scrivere nei manifesti Liberi dai partiti, ma poi è arrivato Berlusconi. Un'associazione di consumatori l'ha addirittura accusata di pubblicità ingannevole. Cosa dice?
Marchini: Il fatto che sia arrivato l'endorsement di Berlusconi non significa un'affiliazione politica.
I: E allora cosa significa?
M: Significa che chiunque si può riconoscersi nelle nostre idee, Berlusconi è stato il più lesto perché ha i riflessi pronti, ma anche gli altri partiti avrebbero potuto riconoscersi nelle nostre idee e sono ancora in tempo per farlo, perché noi abbiamo superato le antiche dicotomie di destra e sinistra. Noi vogliamo occuparci dei problemi reali, vogliamo andare oltre le ideologie. I topi nelle strade non sono né di destra né di sinistra, sono topi.
I: Tuttavia dopo l'alleanza con Berlusconi lei si è pronunciato contro le unioni civili dicendo l'esatto contrario di quanto aveva dichiarato in passato.
M: La politica richiede un certo spirito di adattamento. Se i voti oggi ti arrivano principalmente da una determinata area, è una questione di bon ton dire cose gradite a tale area. Se uno a casa d'altri vede un arredamento che fa schifo, mica gli dice che fa schifo!
I: In tal modo però si ha la sensazione che lei rinunci alle sue idee per opportunismo.
M: No, guardi, io sulle unioni civili e sulla maggior parte delle cose non ho alcuna idea perché non me ne frega niente. Avevo detto di essere a favore quando sembrava dovessi essere sostenuto dalla sinistra, ho detto di essere contro ora che sono sostenuto dalla destra. Tutto qui, è un ragionamento politico.
I: Beh, definirlo ragionamento politico forse è un po' improprio, ma, detto per inciso, non le sembra comunque un po' di cattivo gusto che un aspirante sindaco dichiari che non rispetterà una legge dello stato?
M: Attenzione, lei ha fatto bene a precisare, un aspirante sindaco, perché come aspirante sindaco ho parlato. Come sindaco osserverò tutte le leggi, è chiaro.
I: Ah, ecco, è anche questo un ragionamento politico.
M: Bravo, proprio così, è un ragionamento politico.
I: Tornando al discorso di prima, cosa significa andare “oltre” le ideologie?
M: Vuol dire andare ovunque, a destra come a sinistra, che però essendo oltre, non sono più né destra e né sinistra.
I: Se capisco bene, lei si presenta come quello che una volta si definiva un uomo per tutte le stagioni?
M: Una volta si diceva così, oggi si può usare un termine più moderno, si potrebbe dire un politico double face.
I: Come una specie di giaccone?
M: Sì, qualcosa di simile. Un politico che da qualunque lato lo si guardi ti appare come un buon politico.


I: Capisco, infatti lei raccoglie consensi a destra come a sinistra, qualcuno la voleva addirittura come candidato unico contro il M5S.
M: Purtroppo hanno prevalso le divisioni.
I: Essendo però anche il M5S oltre, sarebbe stata una sfida di oltre contro oltre?
M: Esattamente.
I: Ma in questi casi come si regola un elettore? Voglio dire, come si distingue l’oltre migliore?
M: Questa è una bella domanda. Diciamo che la scelta avviene tenendo conto di un insieme di fattori.
I: Per esempio?
M: Le cose concrete che metti nel programma.
I: Ci vuole illustrare allora quali sono i punti centrali del suo programma?
M: Beh, le buche nelle strade, che infatti non sono né di destra né di sinistra, sono buche.
I: E poi?
M: E poi i topi, gliel'ho già detto.
I: Beh, in una città di due milioni di abitanti ci saranno altre cose oltre le buche e i topi.
M: Ma guardi che in una città di due milioni di abitanti di buche e topi ce ne sono così tanti che da soli bastano e avanzano per farne un programma di governo.
I: In una sua recente intervista ha dichiarato di non aver mai votato PCI. Pensava che qualcuno avesse qualche dubbio?
M: Onestamente non credo che qualcuno potesse avere qualche dubbio, ma come aspirante sindaco ho il dovere di non sopravvalutare l’intelligenza degli elettori.
I: L'ex presidente di Confindustria ha manifestato qualche scetticismo sul suo conto, ha detto di non essersi accorto di quali miracoli abbia fatto?
M: Fino a oggi, grazie a Dio, non ho avuto necessità di compiere miracoli, ecco perché il dottor Squinzi non ne ha visti. Ma se gli elettori mi votano per fare miracoli io mi impegno solennemente a farli.
I: Ha detto pure che non vuole lasciare la capitale al dilettantismo dei grillini, lei si sente quindi un professionista?
M: Mi pare che il mio curriculum al riguardo parli da solo. Io sono stato capitano della nazionale di polo, con la quale ho pure vinto importanti trofei internazionali. Ho dimostrato di saper guidare una squadra, composta peraltro anche da cavalli, penso quindi che non avrò grandi difficoltà a guidare una squadra dove al massimo può esserci qualche asino.
I: A proposito del suo curriculum, saltano anche agli occhi le sue frequentazioni più disparate, da D'Alema all'Opus Dei, dagli ambienti ex democristiani al feeling con Storace, dalle banche ad associazioni per la pace... come si conciliano orientamenti politici così lontani tra loro?
M: Si conciliano perché io frequento le persone, non gli orientamenti politici, e le persone come i topi e le buche non sono né di destra né di sinistra, sono persone.

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