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venerdì 20 novembre 2015

Mastursi Carmelo, detto "Nello", uomo ombra

Mastursi, braccio destro e uomo di fiducia del governatore campano, spiega cosa fa un uomo ombra, parla della sua unica iniziativa ed esprime un giudizio su De Luca.

Intervistatore: Lei dunque non è né Churchill né Cavour, solo Mastursi.
Mastursi: No, io non sono nemmeno Mastursi, sono nessuno.
I: In che senso nessuno?
M: Nessuno, il mio vero nome è nessuno.
I: Come Ulisse?
M: Ma quale Ulisse… nessuno come uno che non esiste. Le telecamere si sono accese per la prima volta su di me per un calcio negli stinchi dato a un cronista e si spengono per un calcio in culo ricevuto dal governatore.
I: Eppure per diversi anni lei del governatore è stato l’uomo di fiducia e il braccio destro, insomma la sua ombra. 
M: Proprio così.
I : Ecco, ci può spiegare come è diventato il suo uomo ombra?
M: Come succede in questi casi, studiando e osservando altri uomini ombra fin quando qualcuno non si accorge delle tue capacità.
I: Ma cosa fa di preciso un uomo ombra?
M: Tutto e nulla. Tutto quello che gli dicono di fare, nulla di propria iniziativa.
I: Proprio nulla?
M: Nulla, non va nemmeno in bagno di sua sponte.
I: Eppure lei qualcosa di sua iniziativa l'ha fatto, qualcosa che nell’arco di ventiquattr’ore l'ha fatto passare da uomo ombra a destinatario di un calcio… nel didietro.
M: Purtroppo sì.
I: Ci vuole raccontare come è andata?
M: C'è poco da raccontare. Quando mi hanno detto che potevano emettere una sentenza favorevole al governatore, ho ceduto pensando di fargli un favore.
I: Ma in tutti questi anni trascorsi insieme a lui non si era reso conto di quanto il rispetto della legalità stesse a cuore al suo principale?
M: Certo che me n'ero reso conto, solo che la mia devozione ha prevalso sui principi che mi ha insegnato.
I: Quindi non gli ha detto niente dell'intrigo al quale si era prestato?
M: Certo che no, mi avrebbe strozzato con le sue mani se avesse saputo che ero venuto meno al rispetto della legalità. 
I: Addirittura?
M: Sì, di cosa si sorprende? gliel'ho detto, per lui la legalità è sacra. Uno volta l'ho sentito recitare il Padrenostro, diceva "liberaci dall'illegalità e così sia".



I: Interessante, eppure qualche disguido con la legge lo ha avuto anche lui?
M: Con i giudici, non con la legge.
I: Veramente sarebbe la stessa cosa.
M: Non è la stessa cosa, a meno che lei non sia uno di quelli che pensano che i giudici non possono sbagliare.
I: No, non sono tra questi, però anche De Luca può sbagliare.
M: No, è questo che nessuno ha ancora capito, De Luca è infallibile.
I: Vabbe', questo poi si capirà meglio. Ma, mi viene da chiederle, come pensava di mantenere l’impegno preso se le nomine dei manager sanitari non sono di sua competenza?
M: Non lo so, non sono bravo a pensare. Solo una volta ho pensato e sarebbe stato meglio che non l'avessi mai fatto.
I: Dopo, però, lei ha commesso un errore ancora più grande. Se prima nascondergli tutto è stato anche un modo per proteggerlo, dopo, quando ha subito la perquisizione, non mettendolo al corrente di ciò che stava succedendo ha rischiato di danneggiarlo, non dandogli modo di premunirsi. Cosa mi dice al riguardo?
M: Non lo so, dovrebbe chiederlo a lui.
I: Non ho capito, dovrei chiedere a De Luca la spiegazione del suo comportamento?
M: Sì, perché lui capisce meglio di me quello che faccio.
I: Un'altra cosa che volevo chiederle riguarda le reazioni di De Luca. Bisogna riconoscere che nella conferenza stampa successiva alla sue dimissioni si è mantenuto stranamente calmo. In passato lo abbiamo visto andare su tutte le furie per mancanze infinitamente minori rispetto alla sua. Invece questa volta si è limitato a qualche battuta. Come si spiega una reazione così comprensiva dei suoi confronti?
M: Io penso che in questo modo lui mi abbia voluto dire che in fondo, anche se ho sbagliato, mi vuole bene.
I: Qual è, alla fine di questa sua lunga esperienza accanto a lui, il suo giudizio su De Luca?
M: Guardi, io considero De Luca l'uomo pubblico più importante degli ultimi due secoli, secondo solo a Churchill e Cavour.
I: Lo considera infallibile, lo paragona a Churchill e Cavour... non le sembra di sopravvalutarlo un po'?
M: No, anzi, le dirò di più. Lo considero secondo a Churchill e Cavour ma solo perché è stato sfortunato, solo perché non è nato in un periodo in cui c'era una guerra mondiale da vincere o una nazione da unire.

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