Il senatore Vito
Crimi parla di onestà, dei criteri di selezione dei
portavoce del M5S e della sua strana
tendenza ad appisolarsi.
Intervistatore: La
domanda con la quale vorrei cominciare questa intervista possibile è
la seguente: sembra che di lei si
ricordino solo le gaffes, come mai?
Crimi: Immagino che
lei si aspetta che io le risponda che si tratta di un complotto.
I: Veramente non mi
aspetto niente.
C: Ah, quand’è così, le dico che non
voglio usare il termine complotto, però
è fuori discussione
che ci sia un disegno della stampa volto a mettermi in cattiva luce.
I: Quindi una
specie di complotto?
C: Diciamo di sì.
I: Ma a quale
stampa si riferisce?
C: Perché c’è differenza secondo lei tra un giornale e l’altro? Stanno tutti lì ad eseguire gli ordini dei poteri forti.
I: Quindi, se ho
ben capito, tra gli ordini che i poteri forti impartiscono ai giornali vi
sarebbe anche quello di metterla alla berlina?
C: Non vedo altre
spiegazioni.
I: Tuttavia, vorrà
ammettere che anche lei ci ha messo del
suo. Una delle sue prime dichiarazioni pubbliche, all’uscita dal
colloquio con Napolitano, è stata: “lo abbiamo tenuto sveglio”. Detta da lei che ha
meno della metà degli anni del presidente e che poi abbiamo
visto dormire in ogni luogo possibile e in tutte le posture immaginabili, presta
il fianco a qualche battuta. Non crede?
C: In quel caso, lo
riconosco, avrei potuto essere più misurato.
I: O più
sveglio dopo.
C: Certamente.
I: Ma qual è
l’origine di questa sua tendenza ad appisolarsi
dove le capita prima?
I: Se non altro, l’onestà
le fa onore.
C: L’onestà
andrà di moda.
I: Ecco, a
proposito di onestà. Lei, come del resto molti suoi colleghi, oltre
a non avere alcuna esperienza in campo amministrativo non ha nemmeno particolari
competenze in materie specifiche. La domanda che molti si pongono è
questa: può bastare l’onestà per fare un buon politico?
C: Assolutamente sì.
I: Dunque, anche lei,
rappresentante di una forza politica alternativa al sistema, finisce col dar
ragione ai politici di professione?
C: In che senso?
I: Nel senso che il
criterio che vale per tutte i settori, cioè dimostrare di
possedere delle competenze, non vale mai per la politica. Faccio un esempio,
quando lei sale su un aereo si aspetta che il pilota sia bravo o le basta che
sia onesto?
C: Ovviamente mi
aspetto anche che sia bravo.
I: E se deve
scegliere tra le due qualità?
C (sorridendo e
dopo aver riflettuto un po’): Beh, diciamo che in questo caso l’onestà
acquista per me un valore secondario. Sì, decisamente
secondario.
I: Ecco, perché
per la politica questo non vale? Come si
troveranno i migliori, se non è richiesto alcun requisito a parte l’onestà?
C: Diciamo che io
posso risponderle per quanto riguarda la mia persona. Essendo onesto ma non
avendo, come giustamente ha detto, alcuna particolare competenza, le rispondo che
per me basta l’onestà.
I: Ma la mia
domanda non riguarda il cittadino Crimi, bensì i criteri di
selezione, non crede che lascino a desiderare?
C.: Grillo non si è ancora pronunciato sulla questione.
I.: Ma lei cosa ne
pensa?
C.: Sì e no.
I.: Non capisco che
significa la sua risposta, o è sì o è no.
C.: Significa sì se Grillo dirà sì, significa no se Grillo dirà no.
I.: Ma, scusi, non
le sembra di dare in questo modo una delega in bianco?
C.: Guardi, se Grillo ci ha portati
fin qui io credo sia giusto dargli piena fiducia su tutto.
I.: Se la mettiamo su questo piano,
c’è stato pure chi ci aveva portati fino in Abissinia.
C.: Se si riferisce alle sue vacanze
a Malindi, le dico subito che non ho intenzione di parlarne perché ognuno è libero di andare in vacanza dove vuole.
I.: No, veramente non mi riferivo
alle vacanze di Grillo, ma comunque penso possa bastare così.
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