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lunedì 20 aprile 2015

Il governatore della Calabria, battistrada della politica nazionale

Il governatore della Calabria Mario Oliverio spiega quale deve essere la principale dote di un politico e come bisogna rapportarsi con la 'ndrangheta. Illustra inoltre le nuove frontiere dell'occupazione.

Intervistatore: La recente costituzione della sua nuova giunta è stata accompagnata da qualche polemica. Cosa ci dice al riguardo?
Oliviero: Mah, cosa vuole che le dica, sono cose che succedono. Guardiamo avanti e non pensiamoci più.
I: Forse, se mi permette, la questione meriterebbe una riflessione un po’ più approfondita, considerati gli argomenti con i quali l’ex ministra Lanzetta ha motivato le sue dimissioni.
O: Per quanto mi consta, l’ex ministra ha detto soltanto di provare un senso di disagio.
I: Sì, il problema è rappresentato dai motivi di tale disagio: voci di contiguità con organizzazioni mafiose che riguarderebbero alcuni rappresentanti della sua giunta.
O: Voci, voci... è da quarant’anni che faccio politica e che sento parlare di voci!
I: Appunto, non le viene il sospetto che se se parla per così lungo tempo possa esserci qualche fondamento?
O: No, perché io al primo posto metto il buon senso e il buon senso vuole che tutte le voci vadano prese col beneficio del dubbio.
I: Su questo ha senz’altro ragione, ma siccome, in ambito politico specialmente, il dubbio di benefici ne ha avuti fin troppi, non sarebbe stato meglio sgombrare il campo con nomi fuori dai vecchi giochi della politica locale?
O: Se mi sta dicendo che sarei dovuto diventare anch’io rottamatore, le rispondo subito che non è mio costume saltare sul carro del vincitore.
I: In verità, non mi riferivo al carro quanto piuttosto ai passeggeri. Chiedevo soltanto se non sarebbe stato meglio scegliere nomi inattaccabili?
O: Eh, inattaccabili… Si fa presto a dire inattaccabili. E se poi viene fuori che inattaccabili non erano? No, no, se lo lasci dire da me che un po’ me ne intendo: lei sa qual è il requisito fondamentale per un politico?
I: Mi pare che ognuno abbia il proprio. Comunque, mi dica qual è secondo lei.
O: L’equilibrio, caro giovanotto, l’equilibrio. In politica prima di tutto ci vuole equilibrio. Se lo vuole sapere, io sono contro la ‘ndrangheta, certo, ma senza esagerare. Esagerare è sempre sbagliato, perché viene meno l’equilibrio.
I: Beh, forse con la ndrangheta bisognerebbe proprio esagerare.
O: No, come diceva Falcone della mafia, anche la ‘ndrangheta è un fenomeno come tutti gli altri e come tutti gli altri va trattato.
I: Veramente la seconda parte l’ha un po’ modificata.



O: Oh, caro intervistatore, qui nessuno vuole correre il rischio di essere etichettato come nuovo professionista dell’antimafia.
I: Personalmente, anche alla luce degli ultimi avvenimenti, penso che di questa espressione si sia un po’ abusato.
O: Appunto, quindi noi per sicurezza preferiamo essere dilettanti dell’antimafia.
I: Come vuole. Lei comunque prima del voto ha parlato di dare “un segnale netto” dell’impegno della sua giunta contro la ‘ndrangheta, ma non tutti hanno visto tale segnale.
O: Eppure mi pare di aver parlato chiaro: ho detto noi ci impegneremo a contrastare la ‘ndrangheta. Se non le sembra un segnale questo?!
I: Sì, ma io intendevo i fatti, non le parole.
O: Se dobbiamo parlare di fatti, bisogna ragionare in termini manageriali. Allora, le dico, la regione Calabria ha un pil che è circa la metà di quello della ‘ndrangheta. Quindi è come se noi fossimo una piccola impresa che deve competere con un’impresa molto più grande. Le sembra una strategia intelligente cercare lo scontro?
I: Detto così, in astratto, non mi sembrerebbe intelligente. Il problema è, rimanendo alla sua metafora, che il consiglio di amministrazione della grande impresa…
O: Lo so, lo so, è la ‘ndrangheta, ma possiamo scegliere noi i manager dei nostri concorrenti?
I: E allora che si fa?
O: Si segue il principio dell’equilibrio, dichiarazioni dure e atteggiamenti morbidi.
I: E in questo modo pensa di poter sconfiggere la ‘ndrangheta?
O: Beh, sconfiggere è una parola grossa, ma certamente le daremo del filo da torcere.
I: Lei prende la maggioranza assoluta e poi nomina come vice un uomo di NCD. Non le sembra che i cittadini possano vedere in una scelta di questo tipo l’indizio di una classe politica arroccata su se stessa e refrattaria a ogni cambiamento?
O: Certo che no. Al contrario, questo semmai testimonia la maturità di una classe politica che si è lasciata alle spalle le divisioni ideologiche del passato ed è capace di lavorare insieme per il bene della comunità. In questo senso, se me lo lascia dire, noi rappresentiamo un modello da seguire per la politica nazionale.
I: Glielo lascio dire, ma la sensazione di molti è che nel rapporto società/politica in Calabria, come del resto anche altrove, rimanga qualcosa di anomalo. Non sarà un caso se in prossimità delle elezioni si registra un’impennata delle assunzioni?
O: A me sembra invece che anche nel suo ragionamento si annidi quel pregiudizio negativo verso il Sud, per cui anche il fenomeno positivo deve essere necessariamente letto in una luce negativa.
I: In quale altra luce dovrei leggerlo?
O: Voglio dire, guardiamo al dato positivo, l’aumento dell’occupazione, non domandiamoci perché aumenta durante le elezioni. Semmai, visto che le elezioni hanno tali benefici effetti sull’occupazione, che diamine! approfittiamone! facciamole più spesso!

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