...

...

venerdì 16 ottobre 2015

Pier Carlo Padoan e la nuova logica

Il ministro dell’economia parla di abbassamento delle tasse, di marxismo e di una nuova logica dalle molteplici applicazioni.

Intervistatore: Partiamo dalla sua intervista rilasciata a Repubblica qualche tempo addietro. Lei ha fatto un’affermazione che ha suscitato un certo scalpore: aboliamo le tasse perché siamo di sinistra.
Padoan: E lo ribadisco: aboliamo le tasse perché siamo di sinistra.
I: Eppure fino a oggi è passata l’idea che abolire le tasse fosse una cosa di destra.
P: Questo è per noi un modo superato di vedere le cose.
I: In che senso?
P: Abolire le tasse significa creare le condizioni per la crescita economica, la quale a sua volta porterà un beneficio per il lavoro e quindi il miglioramento delle condizioni di vita delle persone. Siccome migliorare le condizioni di vita delle persone è di sinistra, ergo abolire le tasse è di sinistra.
I: Il suo sillogismo, se mi permette, mi sembra fallace, poiché il miglioramento delle condizioni di vita è futuro e ipotetico, mentre la diminuzione dei servizi, con tutto ciò che ne deriva, è attuale e certa.
P: Proprio qui si annida l’errore, non dobbiamo guardare al servizio di oggi che se ne va ma al traguardo di domani che verrà. Le faccio un esempio, per pensare di smettere di fumare devo continuare a fumare, se smetto non posso più pensare di smettere di fumare.
I: Veramente non credo di aver capito il suo esempio.
P: Non mi sorprende. Mi lasci spiegare meglio. Il nostro è un progetto ambizioso, molto ambizioso. Noi non vogliamo riformare solo l’economia, vogliamo spingerci più in là, molto più in là, vogliamo riformare anche la logica. Con la nostra nuova logica non solo si possono abolire le tasse ed essere di sinistra, ma si possono abolire anche i diritti dei lavoratori ed essere di sinistra. Per paradosso, ma non troppo, si possono anche mettere i carri armati davanti al parlamento ed essere ancora di sinistra.
I: Ah, adesso credo di cominciare a capire, è proprio la logica che se ne va?
P: Se ne va la vecchia logica, per lasciare il posto alla nuova, nella quale la chiave di tutto non è nelle cose che si fanno, ma nello spirito con cui si fanno.
I: Ma, mettendo per un attimo da parte nuova e vecchia logica, rimane il fatto che con l’abolizione della tassa sulla casa voi avete impoverito i comuni?
P: Non sono d’accordo. Non li abbiamo impoveriti, gli abbiamo solo fatto capire che basta la buona volontà per essere di sinistra, che cioè si può essere di sinistra anche mandando i poveri, o sdentati, come usa chiamarli l’amico Hollande, a quel paese.
I: Eppure lei proviene da una formazione marxista. Non crede di essersi allontanato parecchio dalle sue origini?
P: No, questo non glielo lascio proprio dire. Al contrario, il mio è stato un percorso a ritroso che mi ha portato alle radici del pensiero marxista, perché Marx prima di diventare comunista era liberale. È storicamente dimostrato che al liceo aveva il massimo rispetto per la proprietà dei compagni e custodiva gelosamente le sue cose, e non risulta che mai abbia passato il compito di matematica agli altri. Quello che noi chiamiamo marxismo è una degenerazione avvenuta in età adulta. Ecco perché non mi sono mai sentito tanto marxista quanto mi ci sento adesso da reaganiano. Se Marx vivesse oggi lavorerebbe per il FMI e Il Capitale lo lascerebbe scrivere a economisti di secondo piano come Piketty.
I: Lei dice?
P: Glielo assicuro. Ne ho viste tante di barbe lunghe come la sua al FMI.
I: Cosa ci dice della polarizzazione della ricchezza e della crescente forbice sociale nel nostro paese?
P: È meno pronunciata che negli Stati Uniti.
I: Questo dovrebbe consolarci?
P: Fin quando in una classifica veniamo dopo gli Stati Uniti dobbiamo essere tranquilli, di qualunque tipo sia questa classifica.
I: Questa sua idea però mi sembra più in accordo con la vecchia logica, però.
P: Sì, perché la nuova logica sostituisce, ma non esclude la vecchia quando può far comodo.
I: Due parole sulla voluntary disclosure.
P: Nella politica economica del paese la voluntary disclosure è la cosa più rivoluzionaria accaduta negli ultimi vent’anni.
I: Addirittura? A molti era sembrato un normalissimo condono. Come nei vecchi condoni coloro che fanno rientrare i capitali, oltre a beneficiare di condizioni estremamente vantaggiose, sono anche esentati da ogni risvolto penale, pure per reati piuttosto gravi.
P: Sono consapevole che ci possano essere delle somiglianze e proprio per questo motivo non solo abbiamo adottato un nuovo nome, ma abbiamo pure cambiato la lingua. Aggiungo inoltre un’altra fondamentale differenza: dopo la volutary disclosure non ce ne saranno altre.
I: Beh, veramente ogni volta che si è fatto un condono in Italia è stato sempre detto che era l’ultimo.
P: Bravo, è stato sempre detto, e allora questa è l’ultima volta che si dice.
I: Ma in questo modo quale messaggio passa a coloro che invece le tasse le hanno sempre pagato regolarmente?
P: Noi vogliamo far passare un messaggio moderno: vivi e lascia vivere.
I: Nel decreto sulla “certezza del diritto” avete pure diminuito i termini entro cui l’Agenzia delle Entrate può colpire gli evasori. La ratio di questo provvedimento sembra quella di aiutare chi evade.
P: No, al contrario, è un modo per spronare i funzionari a essere più efficienti, fare più in fretta e colpire gli evasori senza pietà.
I: Ah, senza pietà... E dell’aumento del limite del contante da 1000 a 3000 euro cosa ci dice? Di sinistra anche quello?
P: Assolutamente sì. Perché dovremmo privare l’operaio, o il lavoratore dipendente in generale, del piacere di girare con un mazzo di banconote in tasca?
I: Il punto è da dove gli arriveranno questi 3000 euro in tasca?
P: Da dove non glielo so dire, ma con la nuova logica è sicuro che gli arriveranno.



Nessun commento:

Posta un commento