Alfio Marchini parla della sua
candidatura a sindaco, del suo curriculum e dà alcuni esempi di ragionamenti
politici.
Intervistatore: Cominciamo dalla
fine. Aveva fatto scrivere nei manifesti Liberi
dai partiti, ma poi è arrivato Berlusconi. Un'associazione di consumatori
l'ha addirittura accusata di pubblicità ingannevole. Cosa dice?
Marchini: Il fatto che sia arrivato
l'endorsement di Berlusconi non
significa un'affiliazione politica.
I: E allora cosa significa?
M: Significa che chiunque si può
riconoscersi nelle nostre idee, Berlusconi è stato il più lesto perché ha i
riflessi pronti, ma anche gli altri partiti avrebbero potuto riconoscersi nelle
nostre idee e sono ancora in tempo per farlo, perché noi abbiamo superato le
antiche dicotomie di destra e sinistra. Noi vogliamo occuparci dei problemi
reali, vogliamo andare oltre le ideologie. I topi nelle strade non sono né di
destra né di sinistra, sono topi.
I: Tuttavia dopo l'alleanza con
Berlusconi lei si è pronunciato contro le unioni civili dicendo l'esatto
contrario di quanto aveva dichiarato in passato.
M: La politica richiede un certo
spirito di adattamento. Se i voti oggi ti arrivano principalmente da una
determinata area, è una questione di bon
ton dire cose gradite a tale area. Se uno a casa d'altri vede un
arredamento che fa schifo, mica gli dice che fa schifo!
I: In tal modo però si ha la
sensazione che lei rinunci alle sue idee per opportunismo.
M: No, guardi, io sulle unioni civili
e sulla maggior parte delle cose non ho alcuna idea perché non me ne frega
niente. Avevo detto di essere a favore quando sembrava dovessi essere sostenuto
dalla sinistra, ho detto di essere contro ora che sono sostenuto dalla destra.
Tutto qui, è un ragionamento politico.
I: Beh, definirlo ragionamento politico
forse è un po' improprio, ma, detto per inciso, non le sembra comunque un po'
di cattivo gusto che un aspirante sindaco dichiari che non rispetterà una legge
dello stato?
M: Attenzione, lei ha fatto bene a
precisare, un aspirante sindaco, perché come aspirante sindaco ho parlato. Come
sindaco osserverò tutte le leggi, è chiaro.
I: Ah, ecco, è anche questo un ragionamento politico.
M: Bravo, proprio così, è un
ragionamento politico.
I: Tornando al discorso di prima,
cosa significa andare “oltre” le ideologie?
M: Vuol dire andare ovunque, a
destra come a sinistra, che però essendo oltre, non sono più né destra e né sinistra.
I: Se capisco bene, lei si presenta
come quello che una volta si definiva un uomo per tutte le stagioni?
M: Una volta si diceva così, oggi si
può usare un termine più moderno, si potrebbe dire un politico double face.
I: Come una specie di giaccone?
M: Sì, qualcosa di simile. Un
politico che da qualunque lato lo si guardi ti appare come un buon politico.
I: Capisco, infatti lei raccoglie
consensi a destra come a sinistra, qualcuno la voleva addirittura come
candidato unico contro il M5S.
M: Purtroppo hanno prevalso le
divisioni.
I: Essendo però anche il M5S oltre, sarebbe stata una sfida di oltre
contro oltre?
M: Esattamente.
I: Ma in questi casi come si regola
un elettore? Voglio dire, come si distingue l’oltre migliore?
M: Questa è una bella domanda.
Diciamo che la scelta avviene tenendo conto di un insieme di fattori.
I: Per esempio?
M: Le cose concrete che metti nel
programma.
I: Ci vuole illustrare allora quali
sono i punti centrali del suo programma?
M: Beh, le buche nelle strade, che infatti non
sono né di destra né di sinistra, sono buche.
I: E poi?
M: E poi i topi, gliel'ho già detto.
I: Beh, in una città di due milioni
di abitanti ci saranno altre cose oltre le buche e i topi.
M: Ma guardi che in una città di due
milioni di abitanti di buche e topi ce ne sono così tanti che da soli bastano e
avanzano per farne un programma di governo.
I: In una sua recente intervista ha
dichiarato di non aver mai votato PCI. Pensava che qualcuno avesse qualche
dubbio?
M: Onestamente non credo che
qualcuno potesse avere qualche dubbio, ma come aspirante sindaco ho il dovere
di non sopravvalutare l’intelligenza degli elettori.
I: L'ex presidente di Confindustria ha
manifestato qualche scetticismo sul suo conto, ha detto di non essersi accorto
di quali miracoli abbia fatto?
M: Fino a oggi, grazie a Dio, non ho
avuto necessità di compiere miracoli, ecco perché il dottor Squinzi non ne ha
visti. Ma se gli elettori mi votano per fare miracoli io mi impegno
solennemente a farli.
I: Ha detto pure che non vuole lasciare
la capitale al dilettantismo dei grillini, lei si sente quindi un
professionista?
M: Mi pare che il mio curriculum al
riguardo parli da solo. Io sono stato capitano della nazionale di polo, con la
quale ho pure vinto importanti trofei internazionali. Ho dimostrato di saper
guidare una squadra, composta peraltro anche da cavalli, penso quindi che non
avrò grandi difficoltà a guidare una squadra dove al massimo può esserci
qualche asino.
I: A proposito del suo curriculum,
saltano anche agli occhi le sue frequentazioni più disparate, da D'Alema
all'Opus Dei, dagli ambienti ex democristiani al feeling con Storace, dalle banche ad associazioni per la pace... come si conciliano orientamenti politici così lontani tra loro?
M: Si conciliano perché io frequento
le persone, non gli orientamenti politici, e le persone come i topi e le buche
non sono né di destra né di sinistra, sono persone.
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