Il manager di Mafia Capitale parla dell'essere di destra e di sinistra e del suo personale percorso di recupero.
Intervistatore: Uno dei passaggi che più mi ha colpito tra le intercettazioni pubblicate dalla stampa è stato quando dice “i nostri sono meno ladri dei vostri”.
Intervistatore: Uno dei passaggi che più mi ha colpito tra le intercettazioni pubblicate dalla stampa è stato quando dice “i nostri sono meno ladri dei vostri”.
Buzzi:
Conoscenza acquisita sul campo.
I:
Non ne dubito, ma non sono sicuro se lei si renda conto dell’impatto che
possono avere le sue dichiarazioni.
B:
Se si riferisce al numero di persone che possono finire al fresco, me ne rendo
perfettamente conto.
I:
No, veramente mi riferisco all’impatto sulla vita di tutti i giorni.
B:
In che senso?
I:
Voglio dire, migliaia di persone ogni giorno stanno a dibattere e litigare:
quelli di destra rubano di più; no, sono quelli di sinistra a rubare di più;
no, sono tutti uguali, rubano tutti nello stesso modo. Ora arriva lei e di
colpo mette fine a queste discussioni che si protraggono da sempre.
B:
Che vuole che le dica, alla luce dei fatti sono un’autorità in materia.
I: Molti saranno curiosi di sapere su cosa basa queste sue convinzioni.
B:
Le dirò, tendenzialmente si tratta di profili diversi. Tra quelli di destra, il
profilo nettamente prevalente è quello degli spudorati, quelli che, per
intenderci, fanno politica solo perché svaligiare banche è troppo rischioso,
per cui fin da quando si presentano non fanno mistero di essere lì per
spolparti. Tra quelli di sinistra, invece ne trova parecchi che conservano una sorta
di pudore del furto. Intascano prontamente il malloppo, questo va da sé, ma
come se dovessero giustificarsi. Il politico di destra ti dice rubo perché sono
ladro. Quello di sinistra ti dice rubo ma non pensare che io sia ladro, ci sono
i costi della politica, le cene elettorali, ecc. A scanso di equivoci spesso mettono
in mezzo un segretario, un portaborse, e cose così.
I:
Interessante… ma secondo lei questo dettaglio può essere per gli elettori del PD una
piccola consolazione?
B:
Mah, che vuole che le dica… proprio piccola…
I:
C’è una domanda che non posso fare a meno di rivolgerle. Lei è stato sempre un uomo di sinistra, eppure ha lucrato
su immigrati e diseredati di ogni tipo senza tanti scrupoli. Come si conciliano
le due cose?
B:
Le potrei rispondere con una massima di Pascal, il cuore ha le sue ragioni che
la ragione non conosce, ma forse lei vorrebbe una risposta più concreta.
I:
Veramente, sì.
B:
Be’, una risposta concreta non ce l’ho. Diciamo che secondo me le idee vanno
relativizzate, adattate all’ambiente, filtrate attraverso l’attività che
svolgi, insomma, una volta che hai fatto tutto ciò rimane poco.
I:
Va bene, andiamo avanti. La sua vita è stata piuttosto rocambolesca. Da
detenuto di Rebibbia a protagonista della Roma che conta, ne corre di strada.
B:
Meno di quello che potrebbe sembrare. Diciamo che cambia soprattutto il
contesto, non sei più a Rebibbia ma al Campidoglio.
I:
Ma quando ha avuto consapevolezza di aver concluso il suo percorso di recupero?
B:
Devo darle una risposta onesta?
I: Sì, per quanto le è possibile.
B:
La sensazione di essere ritornato a far parte a tutti gli effetti della società
civile non l’ho avuta quando sono uscito dal carcere, ma quando ho pagato la
mia prima tangente.
I:
Cioè, mi faccia capire, lei mi sta dicendo che si è sentito recuperato quando
ha ripreso a delinquere?
B:
La sua formula è un po’ ingenua, presuppone una dicotomia che nei fatti non
trova ragion d’essere. Mi pare chiaro che se l’Italia ha la corruzione più alta d’Europa significa
che i corrotti non stanno in carcere. In effetti, mi sono sentito recuperato
quando ho capito che il modo più efficace di delinquere è proprio quello col quale
hai meno probabilità di finire in carcere, o, se ci finisci, per poco tempo. Recuperato
nel senso di colui che si sente perfettamente integrato con l’ambiente che lo
circonda. Non so se mi spiego.
I: Perfettamente, Un’ultima domanda, che cosa si prova dopo che le istituzioni ti hanno rinchiuso
in carcere, uscire e comprarsi pezzi di quelle stesse istituzioni?
B:
Mi scuso, ma non posso fare a meno di citarmi, tanto più che adesso posso dirlo
senza timore delle intercettazioni: onestamente, so’ soddisfazioni.
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